LA SPALLA

Instabilità e lussazione di spalla

Di cosa parliamo?

L’instabilità della spalla è una condizione che può avere origini congenite [per una lassista insita dalla nascita] oppure traumatiche.

Nel primo caso, molto frequentemente l’instabilità è detta “multidirezionale”, perché presente su tutti o più piani di movimento della spalla.

Le instabilità “monodirezionali”, invece, sono solitamente originate da eventi traumatici di sublussazione o lussazione. Con il termine Lussazione intendiamo la perdita dei normali rapporti articolari tra omero e glena scapolare. La lussazione è comunemente descritta dal paziente come “la fuoriuscita della spalla”.

Il rischio maggiore legato ad una lussazione traumatica è l’insorgenza di una instabilità di spalla causa di successivi e spesso numerosissimi episodi di lussazione [Lussazione Recidivante].

Cosa prova il paziente?

Il paziente con una instabilità congenita è abituato a conviverci nella quotidianità, può farne esperienza negativa invece durante attività ad alta richiesta funzionale [sport, lavoro, hobby..]

Il paziente afflitto da una instabilità post traumatica, al contrario, può vivere episodi di lussazione o sublussazione anche nella quotidianità per movimenti molto banali. Si instaura, quindi, una “paura” [apprenshion] ad eseguire alcuni movimenti per evitare nuovi episodi, dolore o perdita improvvisa di forza.

Come fare la diagnosi?

Come al solito, una valutazione con l’Ortopedico è fondamentale per definire il quadro alla luce dei dati anamnestici raccolti dal paziente e della visita clinica. In questi casi l’esame dirimente sarà l’ARTRO RMN, una risonanza magnetica eseguita previa infiltrazione di mezzo di contrasto direttamente nella spalla finalizzato alla distensione delle strutture articolari e, in breve, al miglioramento della visione dei difetti che andiamo ricercando.

A seguito della visita clinica e degli accertamenti diagnostici potremmo avere quadri di: lassità congenita, instabilità post traumatica con lesioni del cercine glenoideo, dell’ancora bicipitale [SLAP] o distensioni/lesioni della capsula articolare o ancora lesioni della cuffia dei rotatori

Cosa si può fare?

Mai come in questo caso la definizione del percorso terapeutico è “paziente-centrico”. Le esigenze funzionali, la sintomatologia, la clinica e, in ultimo, la radiologia contribuiranno sinergicamente alla scelta del percorso diagnosico migliore

In breve, possiamo così riassumere [rimandandovi poi ai singoli approfondimenti]:

  • Terapia incruenta: consta di fisioterapia assistita, propriocezione, rinforzo muscolare e terapie fisiche. E’ indicata nel trattamento delle instabilità congenite e di quei quadri post lussazione con basso rischio di recidiva e di limitazione funzionale.
  • Terapia cruenta: intervento chirurgico, dalla chirurgia Artroscopica [Riparazione di Bankart, Slap Repair, Capsuloplastica…] alla chirurgia Aperta [Latarjet, Capsuloplastica, BoneBlock …], è indicato per i casi di pazienti ad alta richiesta funzionale oppure casi di lussazioni recidivanti che inficiano la vita quotidiana

Dopo un’intervento di stabilizzazione della spalla [quale esso sia], il paziente dovrà mantenere la spalla immobilizzata per 30 gg e poi procedere con un percorso di riabilitazione che lo condurrà alla piena autonomia quotidiana in circa altri 30 gg, mentre il ritorno ad attività sportive è fissata tra i 3 e i 6 mesi a seconda della richiesta funzionale

Frozen Shoulder

Artrosi Glenoomerale

LESIONE DELLA CUFFIA DEI ROTATORI

Ortobiologia: Medicina rigenerativa applicata all’ortopedia