La cartilagine rappresenta il rivestimento della superficie ossea all’interno di un’articolazione avente lo scopo di ammortizzare gli urti dovuti al carico e ridurre gli attriti tra i capi ossei così da favorire il movimento articolare.
A causa di traumi acuti o microtraumi ripetuti la cartilagine può danneggiarsi in maniera macroscopica o microscopica. A seconda del tipo di lesione identifichiamo 4 gradi di progressione. Talora, in caso di traumi acuti può determinarsi il distacco di un pezzetto più o meno grande di cartilagine che potrà vagare libero nell’articolazione potendone anche provocare il blocco.
La sintomatologia varia da un dolore acuto con possibile successivo blocco articolare per i casi acuti sino al dolore sordo, altalenante [può durare fino ad un mese prima di recedere] nei casi di degenerazione cronica. Al dolore spesso si associa un gonfiore dell’articolazione, in particolare modo nelle fasi acute o di recrudescenza sintomatologica, con conseguente riduzione della mobilità articolare.
Visita ortopedica associata ad una risonanza magnetica permettono di valutare, classificare e stadiare la condropatia e definire la terapia più indicata.
Le terapie per la condropatia differiscono in base al grado di lesione, alla sua estensione ed alle caratteristiche del paziente.
Le opzioni conservative comprendono:
Le opzioni chirurgiche invece constano di trattamenti artroscopici di minima [come i micropicks o lo shaving] e di altri trattamenti più importanti come i trapianti cartilaginei o gli scaffolds.
I tempi di recupero per l’attività sportiva sono di circa 1/3 mesi per i trattamenti conservativi, mentre possono spingersi a 6/12 mesi per i trattamenti chirurgici.